Con il termine trapianto di capelli indichiamo una tecnica chirurgica volta a risolvere condizioni diradamento più o meno severe causate da alopecia androgenetica. Consiste nell’estrazione di unità follicolari dalle zona occipitale del cuoio capelluto, definita area donante, e nel loro reinserimento nelle aree diradate, la cosiddetta zona ricevente. Le unità follicolari sono piccoli gruppi di capelli che possono contenere da 1 a 4 elementi.
Il trapianto di capelli è possibile poiché i follicoli piliferi presenti nella zona occipitale dello scalpo non sono generalmente intaccati dall’azione del diidrotestosterone, ormone androgeno responsabile della caduta dei capelli.
Storia del trapianto di capelli
I primi tentativi di trapiantare peli animali prima e capelli umani poi risalgono al diciottesimo secolo. Un iniziale momento di svolta si ebbe durante la seconda Guerra Mondiale. Negli anni 40, in Giappone, si realizzarono diversi trapianti per correggere cicatrici e ustioni causate dagli scontri. Tuttavia non si dispone di alcuna documentazione che descriva nello specifico le operazioni.
La storia del moderno trapianto di capelli ebbe ufficialmente origine nel 1959 grazie al Dott. Orentreich. Egli fu il primo a realizzare la chirurgia e a pubblicare uno studio in cui descriveva l’intervento. Il Dott. Orentreich introdusse il concetto di “dominanza dell’area donante” per descrivere la capacità dei follicoli trapiantati di continuare a essere vitali una volta inseriti in zona ricevente.
Naturalmente, i primi risultati ottenuti non erano soddisfacenti. I frammenti di pelle trapiantati erano molto estesi e si assisteva spesso al cosiddetto “effetto bambola”. Nel corso degli anni, fortunatamente, la dimensione degli innesti è gradualmente diminuita e, di conseguenza, i risultati migliorati. Grazie al Dott. Bernstein e al Dott. Rassman introdussero, nel 1995, il concetto di “trapianto di unità follicolari”, al fine di ottenere dei buoni risultati, rispettando la natura.
Le tecniche attuali di trapianto di capelli
Nel corso degli anni, le tecniche chirurgiche hanno vissuto un’evoluzione costante. Le aree di prelievo si sono ridotte drasticamente e i risultati cicatriziali sono migliorati, così come le tecniche di innesto.
Attualmente, le tecniche offerte sono due:
- Trapianto di capelli Strip o FUT (Follicular Unit Transplantation): una losanga di pelle è prelevata dalla zona donante. Da questa sono poi prelevate a microscopio le singole unità follicolari che, dopo essere accuratamente ripulite, sono inserite in incisioni precedentemente create in zona ricevente. L’esito cicatriziale del trapianto consiste in una sottile linea nella zona occipitale dello scalpo che può estendersi da un orecchio all’altro.
- Trapianto di capelli FUE (Follicular Unit Extraction): Le singole unità follicolari sono prelevate direttamente dalla zona occipitale dello scalpo tramite l’ausilio di particolari strumenti definiti punch, che possono essere manuali o motorizzati. Le fasi successive del trapianto sono identiche a quelle del trapianto FUT. Le unità follicolari sono preparate e innestate nella zona ricevente. In questo caso non vi sarà una cicatrice di forma allungata nella zona donante, bensì piccolissime cicatrici di forma circolare.
In entrambi i casi, le abilità del chirurgo saranno fondamentali per la riuscita estetica dell’intervento e la tutela della zona donante.
Informazioni sull’intervento
Il trapianto di capelli rappresenta un vero e proprio intervento chirurgico. Di conseguenza, è essenziale che sia eseguito da professionisti nel rispetto delle fondamentali norme igienico-sanitarie per la tutela della salute del paziente.
L’intervento è eseguito in anestesia locale ed è, quindi, completamente indolore. È possibile, in alcuni casi, avvertire una leggera tensione in zona donante, generalmente se si esegue un’estrazione con tecnica Strip, che tuttavia svanisce nel giro di un paio di giorni.
A seconda dell’ampiezza della zona trapiantata e della quantità di unità follicolari innestate, è possibile lamentare gonfiore sul cuoio capelluto o nella zona degli occhi per un periodo di circa una settimana.
Nel 98% del pazienti è possibile assistere al fenomeno di shockloss. Si tratta di una fisiologica caduta dei capelli trapiantati e, in alcuni casi, di alcuni dei capelli indigeni. Tale processo si verifica nelle prime 2-6 settimane dopo il trapianto. Sebbene si tratti di una manifestazione sgradevole per il paziente, rappresenta in realtà una caduta del tutto normale. Se il trapianto è ben eseguito, i follicoli piliferi innestati saranno in grado di produrre capelli vitali e sani.